Essere alti un metro e settanta, avere gambe lunghe, occhi azzurri, un temperamento impulsivo, un braccio significativamente più lungo dell'altro, capelli ricci o vivere con il diabete di tipo 1 sono tutte caratteristiche fisiche con cui si nasce. E sì, è fondamentale distinguere tra il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 1 è una malattia cronica legata a un'alterazione del sistema immunitario e a una predisposizione genetica, in parte ereditaria e influenzata da fattori ambientali, con cui si nasce. Il diabete di tipo 2, invece, è una condizione metabolica che di solito si sviluppa più tardi nella vita, in genere dopo i 30 o 40 anni, con fattori di rischio come una dieta ricca di zuccheri e grassi, il sovrappeso, una storia familiare di diabete e uno stile di vita sedentario.
Il diabete di tipo 1, quindi, non dovrebbe essere associato allo stereotipo comune che vede il diabete come una semplice “incapacità di mangiare dolci”. In Germania, ad esempio, il diabete di tipo 1 viene ancora definito “la malattia dello zucchero”, il che è fuorviante. È vero che il diabete di tipo 1 deriva dall'incapacità delle cellule pancreatiche di produrre insulina, ma non dipende dal consumo eccessivo di cibi o bevande zuccherate. Anzi, in molti casi una persona con diabete può subire cali di zuccheri nel sangue (ipoglicemia) per cui è essenziale consumare prima gli zuccheri semplici e poi quelli complessi per ristabilire l'equilibrio.
Noto anche come “diabete giovanile” perché spesso compare durante l'infanzia o l'adolescenza, il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto. Il diabete di tipo 2, invece, può essere prevenuto attraverso una dieta sana e un'attività fisica regolare, fattori che spesso mancano nei soggetti affetti da questa patologia insulino-resistente. Un'altra differenza fondamentale tra i due tipi di diabete è che nel tipo 1 il pancreas smette completamente di produrre insulina, richiedendo dosi giornaliere di insulina artificiale, mentre nel tipo 2, sebbene la produzione di insulina sia insufficiente, ne viene comunque prodotta una piccola quantità, richiedendo un minor numero di somministrazioni.
Nonostante queste due forme di diabete siano molto diverse in termini di insorgenza, trattamento e impatto sulla vita quotidiana, hanno comunque alcuni elementi in comune: l'iperglicemia e l'ipoglicemia. L'iperglicemia si ha quando i livelli di glucosio nel sangue a digiuno superano i 100 mg/dl, mentre l'ipoglicemia si verifica quando i livelli di glucosio scendono sotto i 70 mg/dl. Entrambe sono situazioni delicate ma gestibili. Ma cosa succede se il diabete non viene trattato correttamente?
Il diabete non controllato può portare a complicazioni acute o croniche. Le complicazioni acute sono più comuni nel diabete di tipo 1 e sono legate alla quasi totale assenza di insulina. In questi casi, una persona può cadere in coma da chetoacidosi, una condizione causata dall'accumulo di sottoprodotti metabolici, i chetoni, che porta a perdita di coscienza, disidratazione e gravi squilibri ematici. Ricordo di essere stato ricoverato in ospedale dopo un episodio di disidratazione, motivo per cui porto sempre con me la mia bottiglia d'acqua da 2 litri.
Nel diabete di tipo 2 le complicanze acute sono rare, mentre sono più comuni le complicanze croniche che interessano vari organi e tessuti, come occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici.
Ma com'è la vita quotidiana di una persona con diabete? Cosa deve fare per tenere sotto controllo la propria condizione? Sicuramente le iniezioni di insulina più volte al giorno; fortunatamente il sistema sanitario copre le nostre forniture mensili, quindi non dobbiamo pagare di tasca nostra per il nostro trattamento salvavita. È anche importante fare esercizio fisico, controllare regolarmente i livelli di glucosio nel sangue e, sì, mangiare dolci ogni tanto (sì, anche il gelato!). Il diabete non è uno scherzo, ma grazie alla crescente consapevolezza, ai progressi della ricerca e alle nuove tecnologie di gestione, la vita di una persona con diabete sta diventando più accessibile e sempre più simile a quella di chiunque altro. Il diabete è una condizione che richiede impegno ma che permette anche di crescere e di acquisire maggiore consapevolezza.
Oggi, nella Giornata Mondiale del Diabete, sensibilizziamo su questo tema e, perché no, gustiamo un gelato per abbattere gli stereotipi!