"Cosa ti è rimasto dell'Erasmus?"

Questa domanda mi mette sempre in difficoltà. In un primo momento oppongo resistenza, cerco di trovare una soluzione razionale, provando a non sbilanciarmi troppo nel spiegare cosa mi hanno donato i mesi di studio all'estero. Le difficoltà, però, sorgono perché i primi ricordi, quelli più forti, quelli che hanno contraddistinto momenti cruciali, si avvicinano con passo imponente. 

Sono maledettamente forti e non riesci ad opporre più resistenza ed inizio a pensare che dell'Erasmus mi è rimasto tutto. Mi sono rimaste le relazioni più significative, mi sono rimasti i momenti nei quali ho commesso errori che mi hanno permesso di migliorare, mi sono rimaste le difficoltà superate, il fatto di sentirmi veramente stupido nel pensare che determinati stereotipi o blocchi mentali non mi permettevano agire in un modo o nell'altro. Poi mi sono rimasti i momenti belli, quelli che non avrei pensato di vivere, quelli che ricordo guardando una maglia, un regalo fatto da una persona vicina, un momento salvato in una foto. Molte volte penso che quello che ho vissuto è così speciale che non posso chiedere di meglio al mio Erasmus. 

Ritornando alla domanda, mi sono rimaste tantissime cose, così tante che ci dovrei pensare approfonditamente per dare una risposta veritiera. Quello che però mi piace ribadire quando ne ho l'opportunità, è che ogni volta che ripenso all'esperienza all'estero, sorrido. Penso, infatti, a quanto è stata formativa per me e al fatto che mi ha insegnato a vivere la vita al meglio; come quando ero in Erasmus e vivevo al massimo delle possibilità ogni singolo momento, ora provo a sforzarmi nel trattenere il bello di ciò che faccio, di impegnarmi nel fare quel qualcosa in più che mi permette di stare bene con me stesso e nel pensare "più di così non riesco, sono felice". Mi è rimasto anche e soprattutto questo dell'Erasmus e metaforicamente mi piace sostenere che il periodo di tempo vissuto fuori di casa, è stato come un viaggio nel tempo che mi ha permesso di tornare ad essere un bambino che rimane a bocca aperta ad ogni novità, che ha una voglia matta di continuare a scoprire, che vuole godersi la realtà a tutta vita.