Nel XVI secolo Perugia era sotto il controllo del Papa, pur godendo di una forma di semi-autonomia. A quel tempo i papi avevano il monopolio sulla vendita del sale in tutto lo Stato Pontificio, che comprendeva le attuali Umbria, Lazio, Abruzzo, Marche e parte dell’Emilia Romagna.
Il Pontefice Paolo III Farnese, soggetto alla doppia pressione dei turchi dall’est e dei luterani dal nord, avendo bisogno di risorse economiche per contrastare l’avanzata degli “eretici”, avrebbe imposto una pesante tassa sul sale. I perugini, in virtù della loro autonomia, avrebbero dovuto essere dispensati dal pagamento del dazio, ma il Papa si rifiutò. Così nel 1540 la città rispose votando contro il balzello, dando inizio alla “Guerra del sale” simbolo del risentimento della città verso l’odioso controllo papale.