
Il 29 gennaio si celebra il giorno della festa di San Costanzo, uno dei patroni della città. Si tratta di un dolce che, come la Ciaramicola, è a forma di ciambella: se la forma sembra rifarsi alla corona di fiori che fu apposta sul corpo del santo dopo la decapitazione, i cinque tagli obliqui sulla superficie rappresentano le porte di accesso ai cinque rioni del centro storico di Perugia: Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta Sant'Angelo.
Il dolce originariamente veniva preparato soltanto per il giorno della festa di San Costanzo, ma è ormai immancabile nei forni e nelle pasticcerie della città, quindi si può trovare durante tutto l'anno.
Nel 1500 le ricche congregazioni ne comperavano ingenti quantità per distribuirlo ai poveri. Il torcolo era a tutti gli effetti un vanto per la città, tanto che ben presto i fornai perugini iniziarono una competizione alla ricerca della ricerca per il dolce perfetto. Alla fine della gara, i prodotti venivano regalati ai passanti.
Ancora oggi questo dolce tipico dell'antica tradizione perugina è un'ottimo motivo di convivialità: in occasione della festa patronale a Borgo XX Giugno, accanto alla Chiesa dedicata al Santo, è allestita la storica Fiera Grande, una mostra mercato con banchi di prodotti tipici e artigianato, mentre in Corso Vannucci, davanti a Palazzo dei Priori, sono distribuite fette di torcolo preparate dai fornai e pasticcieri della città.
La leggenda oltre il semplice dolce
Tradizione vuole che il 29 gennaio di ogni anno, durante la festa di San Costanzo, le ragazze nubili vadano nella chiesa di San Costanzo per chiedere se si sposeranno entro l'anno. Si dice che se per un particolare gioco di luci che si viene a creare, guardando l'occhio della statua del santo, si ha l'impressione che san Costanzo faccia fatto l'occhiolino, significa che la ragazza si sposerà entro l'anno, altrimenti, per consolazione, il fidanzato regalerà alla ragazza il tipico dolce.
A tal proposito, vi è un famoso detto perugino che cita:
"San Costanzo da l occhio adorno, famme l occhiolino sinnò n ci artorno."
"San Costanzo dai begli occhi, fammi l'occhiolino altrimenti non torno più."
Come si prepara il Torcolo
- 700 g di farina
- 350 g di acqua
- 200 g di zucchero
- 200 g di cedro candito
- 90 g di burro
- 250 g di uvetta sultanina
- 300 g di pinoli
- 1 uovo
- 25 g di lievito di birra
- semi di anice a piacere
Versare la farina a fontana in un recipiente e aggiungervi il lievito con l'acqua calda.
Impastare il tutto lavorando il composto per qualche minuto fino ad ottenere una consistenza omogenea simile alla pasta del pane.
Far lievitare l'impasto in un luogo caldo ed asciutto finché non avrà raddoppiato il suo volume.
Mettetelo poi su una spianatoia o un tagliere e iniziate a lavorarlo con la mani. Aggiungete il cedro candito, l'uvetta, i pinoli, il burro, lo zucchero e i semi di anice.
Lavorato l'impasto per dieci minuti, arrotolatelo e ponetelo in una tortiera ben imburrata.
Riponete la tortiera in un luogo caldo a lievitare per circa tre ore.
Una volta ottenuta la giusta lievitatura, indorare la superficie con il rosso d'uovo ed infornare a 180 °C per circa 45 minuti.